La salute mentale e il lavoro secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità

30.04.2024

“La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l'assenza di malattia o infermità”.

Questa è la definizione di "salute" che fornisce l'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Un concetto che si lega perfettamente a quello di "benessere organizzativo" sviluppato dal professore di psicologia del lavoro Francesco Avallone. "Il benessere organizzativo si riferisce alla capacità di un'organizzazione di promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori in ogni tipo di occupazione". 

Le implicazioni del concetto possono essere intuibili nell’ottica del lavoro aziendale, ma quando riguardano i freelance o i lavoratori da remoto, allora il contesto sociale diventa fondamentale.

La ricerca di Workplace Intelligence for Meta

Proprio nell'ottica di individuare nuove strade e soluzioni tecnologiche a supporto del benessere, in grado di conciliarlo con il lavoro da remoto, Workplace Intelligence, società di consulenza e ricerca per le risorse umane, ha realizzato per Meta uno studio per verificare l'impatto sul benessere psicologico in ambito lavorativo, a partire dalle restrizioni sanitarie, per arrivare al contesto attuale.

La ricerca, che ha coinvolto oltre 12mila persone tra dipendenti, manager, leader delle risorse umane e alti dirigenti in 11 paesi del mondo - dagli Stati Uniti al Brasile e alla Corea, compresa l'Italia -, ha rilevato come la pandemia abbia aumentato lo stress, l'ansia e il rischio di burnout sul posto di lavoro per le persone ovunque.

Il lavoro da remoto

Secondo la ricerca, il 62% delle persone intervistate nel mondo (il 59% dei lavoratori in Italia) trova il lavoro da remoto più interessante ora, rispetto a prima della pandemia, affermando di aver avuto più tempo da trascorrere con la famiglia (51%), per riposare (31%) e per portare a termine i propri compiti (30%). 

Un equilibrio delicato

Il 70% delle persone ha sentito più stanchezza e ansia sul lavoro quest'anno rispetto a qualsiasi altro anno precedente. Ciò ha prodotto un impatto negativo sul benessere psicologico del 78% della forza lavoro globale, causando in particolare più stress (38%), mancanza di equilibrio tra lavoro e vita privata (35%), burnout (25%), depressione da assenza di socializzazione (25%) e solitudine (14%).

Le nuove pressioni subite a causa della situazione globale si sono sovrapposte ai fattori di stress abituali legati al lavoro, tra cui la pressione per raggiungere i risultati (42%), la gestione di attività noiose e/o di routine (41%) e il fatto di dover affrontare carichi di lavoro sentiti come ingestibili (41%). Inoltre, dato che i confini tra il mondo personale e quello professionale, con il lavoro da remoto, si sono sfumati, il 35% delle persone ha dichiarato di aver lavorato oltre 40 ore in più ogni mese e il 25% delle persone nel mondo dichiara di aver sperimentato un burnout per il sovraccarico di lavoro.

Anche i lavoratori italiani hanno dichiarato livelli di stress e ansia molto superiori, anche se in misura minore rispetto al risultato globale della ricerca. Il 62% ritiene infatti che questo è stato l'anno più stressante di sempre e il 65% dichiara di aver vissuto un impatto negativo sul proprio benessere psicologico.

Cosa cercano le diverse generazioni?

Come sottolinea Alessandro Zollo, AD di Great Place to Work Italia, "ogni generazione necessita di accorgimenti mirati per ritrovare felicità e fiducia sul posto di lavoro". Dalle generazioni più anziane, desiderose per il 75% di un miglior equilibrio tra vita privata e professionale, ai millennial, per cui contano fiducia e coinvolgimento, e i giovanissimi Z worker che spingono per l'hybrid work: sono diverse le esigenze cui bisogna fare attenzione quando si tratta di persone in azienda.

Ecco, quindi, che Great Place to Work Italia individua 3 pilastri fondanti della felicità sul posto di lavoro di ogni generazione:

  • Boomer

Miglior equilibrio tra vita privata e professionale;
Benefit aziendali per il benessere psico-fisico;
Smart Working: anche i boomer ritengono di essere più produttivi e a loro agio a lavorare da remoto.

  • Gen X

Autonomia;
Comunicazione efficace;
Crescita professionale.

  • Millennial

Coinvolgimento e motivazione;
Relazioni interpersonali basate su fiducia e trasparenza;
Opportunità di esprimere opinioni.

  • Gen Z

Lavoro ibrido;
Missione aziendale come fondamento;
Presenza di figure di ispirazione.

Il benessere e il lavoro da remoto: sette consigli di Harvard

Uno studio recente della società globale di consulenza Gallup lancia un allarme: dopo aver raggiunto livelli record all'inizio della pandemia, la percentuale di lavoratori che credono che la propria azienda tenga al benessere organizzativo è precipitata ai livelli pre-Covid in tutti i tipi di lavoro, con solo il 24% dei lavoratori che concorda fermamente sul fatto che la propria organizzazione si preoccupa del proprio benessere. Il dato dovrebbe far preoccupare parecchio i leader aziendali, poiché questi dipendenti hanno il 69% di probabilità in meno rispetto a tutti gli altri lavoratori di cercare un nuovo lavoro, il 71% in meno di probabilità di riferire di aver sperimentato il burnout e cinque volte più probabilità di fungere da difensore della propria organizzazione.

Ecco dunque sette consigli per migliorare il benessere organizzativo pubblicati dall’ Harvard Business Review

  1. dare ai lavoratori un maggiore controllo su come svolgono il loro lavoro,
  2.  consentire loro una maggiore flessibilità su quando e dove lavorano, 
  3. aumentare la stabilità degli orari dei lavoratori, 
  4. fornire loro l'opportunità di identificare e risolvere i problemi sul posto di lavoro,
  5. mantenere un adeguato personale, 
  6. incoraggiare i manager a supportare le esigenze personali dei dipendenti,
  7. adottare misure per promuovere un senso di appartenenza sociale tra i dipendenti.

L’Organizzazione internazionale del Lavoro

Da ottobre a dicembre 2023, la dottoressa Manal Azzi, senior team leader del dipartimento Occupational Safety and Health (OSH) per l'Organizzazione internazionale del Lavoro (Oil), ha tenuto una serie di conferenze per presentare i risultati del Rapporto mondiale dell’OMS sulla salute mentale e delle ricerche dell’Oil sul periodo post-pandemico.

Ecco alcuni passi significativi delle sue discussioni, che riassumono l'imponente documentazione elaborata dall'organismo internazionale. "Tutti i lavoratori hanno diritto a un ambiente di lavoro sicuro e sano, in cui la salute e il benessere sia fisico che mentale siano protetti e promossi".

"La salute mentale sul lavoro ha un impatto enorme sulla società e sul mondo del lavoro, con 12 miliardi di giorni lavorativi persi ogni anno a causa di depressione e ansia. Una cattiva salute mentale può influenzare ulteriormente la salute fisica e aumentare il rischio di incidenti sul lavoro".

"Ambienti di lavoro poco sicuri creano fattori di rischio per la salute mentale. Questi sono noti come rischi psicosociali e possono essere correlati a qualsiasi aspetto della progettazione o della gestione del lavoro, comprese le richieste e il controllo del lavoro, il carico di lavoro e il ritmo di lavoro, la cultura organizzativa, lo sviluppo della carriera, la sicurezza del lavoro, le relazioni interpersonali sul lavoro e l'interfaccia casa-lavoro".

"Anche la violenza e le molestie sul lavoro, compreso il mobbing, compromettono la salute fisica e mentale. Lo stesso vale per l'accesso limitato ai servizi ambientali essenziali sul posto di lavoro, per le attrezzature non sicure e per le cattive condizioni fisiche di lavoro".

"Proteggere e promuovere la salute mentale sul lavoro significa rafforzare le capacità, creare consapevolezza e fornire opportunità per riconoscere, prevenire e intervenire tempestivamente sulle condizioni di salute mentale sul lavoro".

Le raccomandazioni dell’Oil e dell’Oms

Sulla base di numerose evidenze, il documento condiviso di Oil e Oms suggerisce di alternare il lavoro smart da casa a quello sul luogo di lavoro, quando si è dipendenti, oppure in ambienti accoglienti come gli spazi di coworking. Questo riduce lo stress, aiuta la socialità, espone meno a rischi di molestie e violenze di tutti i tipi. 

In base alle proprie disposizioni di salute, si raccomanda di prediligere ambienti che possano permettere una blanda attività fisica, tutt’al più all’aperto. 

Molto importante, infine, un supporto psicologico. Questo può essere d’aiuto per superare panico, stress e depressione. Come sempre più spesso è richiesto, inoltre, tutte queste attività non devono essere indirizzate alla sola produttività, ma a un maggiore equilibrio tra vita privata, lavoro e benessere psicofisico.

Fonti

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